lunedì 11 febbraio 2019

Alla ricerca del Sacro Graal (di Perledo)

CHI HA RUBATO IL SACRO GRAAL?


Correva l'anno 2014... Un agosto caldo, anzi caldissimo! 

Quando Padre Mario Alagna giunse a Perledo non pensava di dover indossare gli abiti di Indiana Jones ma il fato ha voluto questo.

Volevamo iniziare con un incipit intrigante, ma la narrazione della realtà è piuttosto triste... quando si insediò in parrocchia, fece un inventario di tutti i beni - un normale inventario, che si fa sin dal 1500... e notò che mancavano 3 calici di cui uno del XV secolo.


PRIMA PUNTATA


17 Febbraio 2018
Al banco degli imputati è così finito il precedente responsabile della parrocchia San Martino, Padre Gerardo Del Duca, accusato di appropriazione indebita, ai sensi dell'articolo 646 del codice penale, per essersi impossessato, secondo le accuse, dei 3 calici e di altre somme di denaro dei fedeli e della stessa parrocchia. 
Dagli accertamenti svolti dal personale del Comando dei Carabinieri di Bellano – dove il vicario Episcopale Monsignor Maurizio Rolla si era recato per sporgere denuncia – era emerso che le coppe erano custodite in un mobiletto di una stanza della canonica: "La serratura della porta non era forzata e neanche la finestra" ha spiegato uno dei militari che avevano svolto gli accertamenti, "il mobiletto anzi era coperto da ragnatele e polvere: segno che nessuno ci aveva messo mano da parecchio tempo". Nel corso delle indagini sarebbero emersi anche dei presunti debiti personali che il prelato avrebbe lasciato in un minimarket situato a pochi metri dalla casa parrocchiale e in un bar, sempre nelle vicinanze. "Risulta poi che due assegni donati alla parrocchia siano stati spesi direttamente dal Padre in un ristorante della zona" ha proseguito il Carabiniere, rispondendo alle domande del Vpo Mattia Mascaro, "e che non sia stata pagata una fornitura di gasolio, utilizzata per riscaldare la chiesetta della Natività Beata Vergine Maria: in questo caso era stato autorizzato il prelievo in contanti direttamente dal conto corrente". In particolare poi gli investigatori avevano rilevato alquanto particolare il fatto che sul conto corrente non risultassero accrediti, come ad esempio le offerte dei fedeli che sembravano non essere state versate. 
Tra i nodi da sciogliere ora ci sono l'eventuale restituzione delle somme e la corresponsione al sacerdote dello stipendio previsto dalla CEI. Domande poste dall'avvocato difensore Elena Ammannato e a cui il teste in divisa non ha saputo rispondere. 
Nella prossima udienza, fissata per il 20 luglio, verranno ascoltati diversi testimoni per far luce sulla vicenda: in quell'occasione dovrebbe comparire anche Mons. Maurizio Rolla, già citato per oggi. Il Vicario è stato sanzionato con 150 euro di multa dal giudice Maria Chiara Arrighi per non essersi presentato all'udienza odierna, fornendo una giustificazione non ritenuta sufficientemente valida.



SECONDA PUNTATA


20 Luglio 2018
Davanti al giudice Maria Chiara Arrighi è stato sentito Don Mario Alagna, successore di Padre Gerardo a Perledo. Egli una volta fatta la spiacevole scoperta ha immediatamente avvisato Monsignor Maurizio Rolla, Vicario Episcopale. "In una delle stanze della canonica ho trovato dei calici buttati alla rinfusa, mancavano tre coppe" ha raccontato il parroco che, sollecitato dalle domande del Vpo Pietro Bassi, ha anche aggiunto di non aver notato segni di effrazione al suo arrivo puntualizzando come i calici si trovavano in un cassetto della canonica non chiuso a chiave.
Al centro dell'attenzione non solo i cimeli trafugati: diversi parrebbero essere infatti i conti che non tornano nelle parrocchie passate sotto la guida spirituale dell‘imputato.
Si sono presentati a testimoniare a tal proposito i coniugi proprietari del ristorante "Cavallo Bianco" di Bellano, di cui Don Gerardo era cliente abituale: in un'occasione il prete li avrebbe pagati con un assegno che, portato in banca, è risultato avere un traente non corrispondente alla firma riportata sullo stesso. 
Sentito poi, anche il consigliere economico della parrocchia di Gittana di cui era stato guida dal 2012 al 2014 Del Duca: "Abbiamo riscontrato mancanza di liquidità: i canestri delle offerte non risultavano in banca" ha sostenuto riferendo altresì come al Consiglio risultebbe che non sia mai stato pagato anche il fornitore di gasolio per il riscaldamento della chiesa, una spesa di cui solitamente si occupava il parroco stesso.
Un altro episodio è stato riportato dal Presidente del circolo Arci di Gittana, che, utilizzando i locali della parrocchia in comodato d'uso gratuito, ogni anno fa una donazione di 500 euro alla parrocchia stessa: l'ultima offerta fatta in forma d'assegno all'odierno imputato - assistito dall'avvocato Elena Ammannato - prima che lasciasse il paese risulta versata ma non incassata sul conto della parrocchia." In diverse occasioni ho visto don Gerardo sedere al bar Milano di Perledo a bere birra o a giocare alle slot machine" ha concluso il teste prima di lasciare l'aula, facendo emergere presunte debolezze del prelato di cui eventualmente si comprenderà nel proseguo dell'istruttoria. Si torna in aula l'8 febbraio.


TERZA PUNTATA

8 Febbraio 2019
Davanti al giudice Mariachiara Arrighi, Mons. Maurizio Rolla ha confermato il contenuto della denuncia come il frutto di quanto constatato da padre Alagna, il vicario episcopale è stato congedato ed è stato quindi chiamato come testimone don Francesco Galimberti, delegato amministrativo delle parrocchie di Perledo e Gittana dal 1 settembre 2013 per 9 mesi.
"In quel periodo era parroco padre Gerardo" ha raccontato don Galimberti, rispondendo alle domande del Vpo Pietro Bassi "avevo l'impressione che non voleva che io lo controllassi, in più mi arrivavano voci secondo cui aveva il vizio del gioco d'azzardo".
Secondo quanto ricordato dal teste, padre Gerardo continuava a rimandare la consegna del rendiconto che gli doveva e, quando alla fine gli era arrivato "un pezzo di carta, anzi un foglio di protocollo" fra le mani, qualcosa nelle spese della parrocchia non tornava: "Si lamentava perchè diceva che nessuno lo aiutava a celebrare messa e aveva segnato 7 mila euro di aiuto sacerdoti, oltre a 10 mila euro di pranzi e cene, 3 mila euro di fiori e così via. Secondo me doveva giustificare la mancanza di soldi".
Inoltre don Francesco aveva avuto modo di riscontrare debiti personali accumulati da padre Gerardo con il bar Milano di Perledo, col fiorista e con il minimarket del paese.
L'avvocato Elena Ammannato, legale difensore di padre Del Duca si è quindi rivolta all'allora delegato amministrativo di Perledo: "Sa dirmi se Del Duca da gennaio 2013 a settembre ha percepito uno stipendio?" "Non saprei dire perchè normalmente quando uno prende una attività il sostentamento del clero gli passa uno stipendio" è stata la risposta del teste.
Ancora, il consigliere per gli affari economici della comunità pastorale di Gittana - Luigi Conca- ha riscontrato il mancato versamento in banca dei canestri di offerte lasciate dai fedeli in occasione della festa del paese: "si tratta di almeno 1900 euro, era il parroco che doveva versarli sul conto della parrocchia". Al Consiglio risulta poi che non sia mai stata pagata la fornitura di gasolio per il riscaldamento della Chiesa, altra incombenza che sarebbe spettata a padre Gerardo.
Questi ed altri punti dovrà chiarire l'imputato, invitato a comparire in aula il prossimo 19 luglio 2019.


QUARTA PUNTATA

19 Luglio 2019
Sono passati 5 anni. Ecco una nuova udienza. PM Mattia Mascaro. Si ascolta un testimone: padre Giacomo Capraro. Secondo quanto riportato da LarioNews.com il 20 luglio, padre Giacomo avrebbe detto che ne "cambio della guardia" c'erano state difficoltà economiche e alcuni pagamenti sono stati differiti. Sulla sparizione dei calici il vocazionista ha dichiarato di non saperne nulla.


Nota:



I Padri Vocazionisti (congregazione religiosa in cui è diventuo sacerdote nel 2000 don Gerardo Del Duca.

La Società delle Divine Vocazioni è una congregazione religiosa fondata dal Beato Padre Giustino Maria Russolillo, SDV, a Pianura, Napoli - Italia nel 1920. I membri della Società Divine Vocazioni sono conosciuti come i Padri Vocazionisti. Don Giustino ha fondato anche le Suore Vocazioniste e le Apostole della Santificazione Universale. Il nostro ministero si svolge in parrocchie, scuole e missioni. Il suo principale campo di apostolato è “Il Vocazionario”, un luogo per il discernimento vocazionale e laformazione di coloro che sono chiamati da Dio al suoservizio. Don Giustino ha detto: “Il Vocazionario è unluogo, dove, in uno spirito di preghiera e di studio, sono educati e guidati - gratuitamente - i candidati che desiderano intraprendere una vita di servizio al Signore nella sua Chiesa, e ancora non hanno deciso per il sacerdozio diocesano o una congregazione religiosa”.

Fatti Santo davvero che tutto il resto è zero!

(Don Giustino)



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